Un’associazione di idee

L’associazione Università Migrante nasce nel 2009 da una costola di Todo Cambia, associazione interculturale e antirazzista attiva da quasi dieci anni a Milano.

Ogni attività dell’associazione Todo Cambia è nata dalla necessità di affrontare esigenze sentite dai suoi attivisti o da chi incontriamo nel nostro lavoro. Anche nel caso di Università Migrante: alcuni tra noi si sono resi conto che per esprimere meglio la nostra proposta e per contrastare il razzismo crescente era necessario rafforzare i nostri strumenti teorici e metodologici, affilando le uniche “armi” che abbiamo scelto di usare: le idee. Così nel 2007, sviluppando alcuni spunti che i fondatori di T.C. avevano raccolto negli anni precedenti, abbiamo messo a punto la prima edizione di Università Migrante. È da poco che si è conclusa la terza edizione dedicata a “l’iniziativa interculturale nella città che cambia identità”.
Siamo talmente convinti dell’utilità di queste attività educative che a giugno 2009 abbiamo dato vita a una nuova associazione per approfondire il nostro impegno: “da una costola” di Todo Cambia è nata l’associazione UNIVERSITÀ MIGRANTE che, sulla base dell’esperienza accumulata nel lavoro di progettazione, organizzazione e conduzione dell’omonimo corso, si pone lo scopo di  promuovere la formazione e la diffusione dei saperi e delle conoscenze nell’ambito delle attività interculturali, fornendo agli operatori impegnati in questo settore una gamma di servizi, strumenti e percorsi formativi, di aggiornamento, approfondimento e specializzazione.
Attualmente, il direttivo dell’associazione Università Migrante è costituito dai suoi soci fondatori: Edda Pando,  Paolo Buffoni, Simona Casonato e Marta Rubolini.
Ma l’associazione Università Migrante non può “ricominciare da quattro”.  Ha bisogno del pensiero ed impegno di nuovi associati che considerino la formazione interculturale permanente (teorica, metodologica e pratica) uno strumento indispensabile per l’affermazione di buone pratiche di incontro e di relazione interculturale in tutte le sfere della vita pubblica e sociale e che riconoscano il lavoro volontario come un valore in sé e un potente veicolo educativo nei confronti degli interlocutori ai quali si rivolge, offrendo loro in forma non mercantile la propria opera e le proprie conoscenze.