I sans papiers parigini a Milano

Lunedì 28 giugno, grazie all’associazione “Ci siamo anche Noi”, al Comitato Immigrati in Italia e altri gruppi promotori della giornata del Primo Marzo, abbiamo incontrato una delegazione di Sans Papiers di Parigi.

Nonostante non ci si fosse mai visti prima, ho avuto l’impressione che ci conoscessimo da un pezzo…mistero! (no: tutto si spiega con la condivisione di una lotta pressoché identica negli obiettivi e nell’essenza di umanità e di diritto universale che racchiude… ci si intende al primo sguardo, come certi innamorati. O esagero?)

Quando Orhan esordisce dicendo di far parte della rappresentanza del Ministero per la Regolarizzazione di tutti i Sans Papiers temo che la mia capacità di tradurre al volo il francese sia andata a farsi benedire. Oppure… il delegato è un matto… mistero!

L’enigma è sbrogliato alla svelta: i sans papiers che ci sono venuti a trovare fanno parte di quel Coordinamento 75, un collettivo di “senza documenti”, che da circa un anno occupa un enorme edificio pubblico a nord della capitale francese ribattezzato, per l’appunto, “Ministero per la Regolarizzazione di tutti i Sans Papiers”.

Per un attimo i miei pensieri fanno cortocircuito. Più o meno così: “Ma guarda cosa si inventano! gli amici son senza permesso di soggiorno ma non certo privi di fantasia! Chissà se sanno che qui in Italia, invece, il capo del governo s’è inventato un ministero solo per consentire a un suo amico trafficone di schivare i processi!”

I nostri ospiti, invece, hanno inventato il loro Ministero per farne il quartier generale di mobilitazioni continue, con iniziative culturali e manifestazioni a ritmo settimanale.

Ci raccontano che, dopo mesi e mesi di questa lotta condotta con strumenti tradizionali ma anche con idee creative inedite, i media francesi non avevano dedicato né un rigo sui giornali né un secondo in tv alla battaglia per laregolarizzazione.

Che fare, di fronte a questo isolamento informativo?

La gente del collettivo se n’è inventata un’altra delle sue e il primo maggio s’è messa in marcia alla volta di Nizza, con un pretesto: il vertice franco-africano organizzato nella città rivierasca per celebrare i 50 d’indipendenza di molti paesi africani colonizzati dalla Francia. Il pretesto nel pretesto: farsi ricevere dai capi di stato africani lì riuniti.

I camminatori senza documenti, alla fine, non sono stati ricevuti né dai governanti africani né da quelli francesi ma, ci raccontano Metie, Orhan e Djabé, hanno ricevuto una calorosa accoglienza in tutti i paesi e in tutte le città che hanno traversato sul percorso tra Parigi e Nizza. I nostri ospiti c’hanno pure ironizzato un po’: per molti dei sans papiers in cammino è stata una gradevole novità poter dormire ogni notte sotto un tetto e consumare ogni giorno tre pasti!

Per di più, hanno toccato con mano che non tutta la popolazione francese è loro ostile, imbevuta di xenofobia e razzismo. Hanno trovato molta gente solidale che li accolti a braccia aperte. Molti media locali e alternativi hanno dato spazio alla loro impresa e alle loro rivendicazioni.

Nel frattempo, anche tramite i giornali italiani, eravamo venuti a sapere che il governo francese aveva finalmente reso più elastiche le norme per il rilascio del permesso di soggiorno e la regolarizzazione. Una risposta parziale alle richieste dei sans papiers ma, senza dubbio, un passo in avanti.

Tra le persone riunite a Milano per ascoltare gli amici sans papier dev’essere girata la domanda: “E se facessimo qualcosa del genere anche noi?”. Qualcuno mi riferisce che nel Comitato Immigrati in Italia l’idea ha cominciato a fare capolino.

Per il momento, l’incontro s’è chiuso con un promettente scambio di indirizzi e numeri di telefono e speranzosi “arrivederci a Parigi!”.

A me i racconti dei camminatori senza documenti sollecitano anche qualche fantasia per una futura edizione del corso di Università Migrante…. ma se ne parlerà un’altra volta…